Opera dello scultore: Mino Buttafava


Patrono degli Orafi – Argentieri
La Medaglia è dedicata a S.Eligio, (Limoges, 588), di professione orafo, capo della zecca e consigliere dei re franchi Clotario II e Dagoberto I. Per questa sua iniziale professione Eligio è il Santo protettore degli orafi e argentieri. Dopo la morte del re Dagoberto, abbandonò la corte per diventare prete e poi Vescovo di Noyon. Da allora fondò Chiese e Conventi.
Sulla medaglia è raffigurato come abbagliato da una luce divina emanata da una coppa o calice, simbolo dell’Eucaristia, ma anche del lavoro di oreficeria. Nel retro sono impressi gli altri attributi del Santo: il pastorale, simbolo del suo titolo di Vescovo, alcuni attrezzi da orafo e un ferro di cavallo. La presenza del ferro di cavallo si lega alla leggenda secondo la quale Eligio prima di diventare orafo sarebbe stato maniscalco (vedi Botticelli, Eligio che ferra un cavallo, Firenze, Uffizi). Si racconta infatti che accanto a lui lavorava uno strano garzone il quale per ferrare i cavalli posseduti dal diavolo strappava loro la gamba, per poi rimetterla a posto con il nuovo ferro. Secondo la leggenda il garzone era Gesù che voleva mostrare a Eligio come si poteva strappare il piede equino del diavolo. Eligio, si dice, imparò la lezione e compì il miracolo: sconfisse un diavolo tenendolo fermo per il naso con una tenaglia.